La Media Literacy tradizionale non è sufficiente a garantire una adeguata formazione delle persone in un mondo iperdigitalizzato infatti, le competenze digitali, richiederebbero anche una contestualizzazione culturale, politica e sociale: l'alfabetismo digitale è fondamentale per una democrazia digitale efficace. La digitalizzazione non garantisce automaticamente l'accesso equo alle informazioni, per questo l'educazione media deve evolversi verso la competenza digitale per favorire la partecipazione pubblica mediata dai mezzi digitali. La definizione di Media Literacy della Commissione Europea evidenzia l'importanza di comprendere criticamente i media. Il concetto di competenza digitale è, quindi, centrale per la cittadinanza digitale e viene riconosciuto come una delle competenze chiave per l'apprendimento permanente. In questo contesto la Media Literacy e la Media Education sono due approcci educativi che cercano di affrontare le sfide del paesaggio mediatico contemporaneo. Mentre la Media Literacy si è sviluppata come risposta alla propaganda dei mass media nel XIX secolo, alcuni studiosi sostengono che sia necessario andare oltre l'insegnamento della distinzione tra verità e falsità, e sottolineano l’importanza di comprendere le radici della confusione, della rabbia e dell'odio che alimentano la produzione di contenuti online. Gli sforzi della Media Literacy (l'alfabetizzazione mediatica) spesso si concentrano sulla responsabilità individuale di valutare la qualità delle informazioni, ma questa prospettiva diventa sempre più complessa con la personalizzazione dell'accesso alle informazioni da parte delle piattaforme digitali. Pertanto, è necessario ripensare la Media Literacy nell'era delle piattaforme digitali considerando anche il ruolo delle istituzioni, come della stessa istruzione, nel ricostruire la fiducia e affrontare i problemi sistemici. L’educazione mediatica, ovvero la Media Education, si propone di superare le limitazioni della Media Literacy promuovendo una visione più ampia, che riconosce il ruolo sociale dei media nella società contemporanea interconnessa. Gli studiosi di queste materie sottolineano l'importanza di includere la Media Education nei programmi scolastici per preparare gli studenti a comprendere e interagire con i media in modo critico. Ciò implica sviluppare il pensiero critico e comprendere i media come industrie e forme culturali, non limitandosi solo alla conoscenza tecnica. Quindi, la Digital Literacy, intesa come semplice utilizzo delle tecnologie digitali, viene considerata un approccio strumentale che non affronta le sfide complesse legate all'informazione e alla valutazione critica che l’attualità digitale imporrebbe. La Media Education mira, invece, a fornire agli studenti strumenti per analizzare e valutare l'informazione in modo multidimensionale. È importante andare oltre la distinzione tra vero e falso e sviluppare un processo complesso di analisi e valutazione. Inoltre è essenziale affrontare i problemi sistemici a più livelli anziché scaricare la responsabilità sugli individui. La Media Education richiede un impegno educativo sistematico che riconosca l'influenza dei media e insegni agli studenti a navigare in contesti mediatici complessi. Questo richiede una comprensione delle logiche algoritmiche, dell'autorialità, della diversità culturale e della gestione delle informazioni in un ambiente mediatico sovraccarico. In conclusione, la Media Education si propone di andare oltre i limiti della Media Literacy, offrendo un approccio educativo che riconosce il ruolo sociale dei media e prepara gli studenti a essere cittadini critici e consapevoli nell'era digitale. Il Digital Competence Framework for Citizens (scaerica il documento in PDF > QUI!) è un quadro fornito dalla Comunità Europea che definisce le competenze digitali fondamentali per l'apprendimento permanente. Esso comprende l'uso sicuro, critico e responsabile delle tecnologie digitali, nonché la loro applicazione nell'apprendimento, nel lavoro e nella partecipazione alla società. Il framework combina 21 competenze specifiche suddivise in cinque aree: alfabetizzazione su informazioni e dati, comunicazione e collaborazione, creazione di contenuti digitali, sicurezza e risoluzione di problemi. Fornisce anche una definizione di competenza digitale e suddivide le competenze in diverse dimensioni. Oltre alle conoscenze e abilità pratiche, pone anche enfasi sulle attitudini come fattori motivanti. Il quadro offre esempi pratici e casi d'uso per ciascuna competenza, consentendo di valutare l'autonomia e la capacità di trasmettere tali competenze ad altri. Inoltre crea connessioni con altre aree di competenza per l'apprendimento permanente, come quelle personali, sociali e relative all'apprendimento stesso, nonché competenze di cittadinanza, imprenditorialità e cultura democratica. Le competenze digitali del DCFC vanno oltre la mera codifica e decodifica e si concentrano sull'integrazione delle esperienze digitali nella vita sociale e politica dei cittadini, e, pur non essendo esaustivo nell'educazione ai media, offre un approccio più completo rispetto all'alfabetizzazione tradizionale includendo anche valori, aspirazioni e priorità. Un'integrazione con un approccio umanistico al digitale, che comprenda storia, critica e semiotica, potrebbe arricchire ulteriormente questo documento e contribuire alla formazione dei cittadini. Per concludere, la Media Literacy è ampiamente riconosciuta come necessaria sia negli ambienti accademici che educativi, tuttavia ci sono diverse interpretazioni e approcci alla sua promozione che hanno implicazioni diverse. Ma, l'alfabetismo digitale non può essere ridotto a una semplice abilità di codifica e decodifica: deve tener conto della complessità dei processi interpretativi. Le competenze digitali vanno intese come competenze pragmatiche che superino una lettura puramente funzionale dell'alfabetismo. La Media Literacy non dovrebbe essere considerata come il risultato finale della Media Education, ma come una delle dimensioni che compongono le varie competenze nel contesto educativo mediatico. È quindi necessario promuovere e diffondere la Media Education in modo sistematico, includendo insegnamenti che educhino sul ruolo politico e il potere simbolico dei media. Attualmente, le proposte di Media Education in Italia non fanno parte di un quadro curricolare unitario e manca, soprattutto, un luogo istituzionale per raccogliere sistematicamente la documentazione dei progetti formativi in questo campo. Nonostante l'importanza della Media Education come profilo educativo riconosciuto per una competenza digitale necessaria, tale approccio fatica ancora a trovare riconoscimento e legittimazione a livello curricolare. Il rischio è di ridurre la Media Education a un'apprendimento solamente tecnico, o a una formula vuota che scarica la responsabilità sui singoli individui. La scuola, a nostro avviso, ha la responsabilità di formare competenze per la cittadinanza digitale, ma fa fatica a trovare uno spazio specifico ed adeguato per la Media Education. Letture correlate:
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