Negli ultimi anni la digitalizzazione ha portato molte istituzioni e aziende europee a migrare la propria infrastruttura informatica su piattaforme cloud statunitensi, con conseguenze strategiche e geopolitiche preoccupanti. L’adozione di servizi di Amazon, Google e Microsoft per la gestione di dati pubblici e privati espone l’Europa a un evidente rischio di dipendenza tecnologica. Ma esistono alternative valide? E come possono proteggersi le aziende che hanno già investito nel cloud?
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Nel panorama odierno, in cui gli attacchi informatici diventano sempre più sofisticati, le aziende devono adottare strategie che non solo proteggano i loro dati, ma che lo facciano senza ostacolare la produttività. È qui che entra in gioco il modello Zero Trust, un approccio che non dà per scontata la fiducia nei sistemi interni o esterni, e che sta rapidamente diventando un pilastro per le PMI che vogliono rimanere competitive.
Il 2025 si prospetta come un anno cruciale per la cyber resilienza, un concetto che va oltre la semplice protezione dai cyber-attacchi. Essere resilienti significa non solo prevenire le minacce informatiche, ma anche saper rispondere e riprendersi rapidamente per garantire la continuità operativa. Questo è particolarmente importante per le PMI, che spesso non dispongono delle risorse necessarie per affrontare prolungati tempi di inattività.
In un mondo sempre più connesso la sicurezza informatica non può essere lasciata al caso. Le minacce si evolvono rapidamente colpendo non solo le grandi aziende, ma anche le organizzazioni più piccole e i singoli individui. Adottare un approccio proattivo significa passare dalla semplice reazione agli attacchi alla loro prevenzione, attraverso strategie mirate e un impegno costante.
Il monitoraggio attivo dei sistemi rappresenta una strategia essenziale per le aziende che mirano a garantire la continuità operativa e la sicurezza informatica. Questa tecnica consiste nell’osservazione continua delle risorse IT, come server, reti, firewall, e altri componenti, per identificare rapidamente anomalie o segnali di malfunzionamento prima che possano causare gravi interruzioni. Ma perché è così importante investire nel monitoraggio attivo?
Negli ultimi anni, la crescente diffusione del lavoro da remoto ha imposto alle aziende di ripensare le loro strategie di sicurezza informatica. Una delle soluzioni più efficaci per proteggere le connessioni dei dipendenti fuori sede è l’utilizzo delle VPN (Virtual Private Network). Ma cos'è esattamente una VPN e come può contribuire alla sicurezza aziendale?
Nell'era digitale, i dati aziendali sono uno degli asset più preziosi di qualsiasi impresa, a prescindere dalla sua dimensione. Per le piccole e medie imprese (PMI), la protezione dei dati rappresenta una sfida costante: da un lato, ci sono risorse limitate per implementare soluzioni complesse, dall'altro, c'è la crescente necessità di difendersi da attacchi informatici, guasti hardware, e disastri imprevisti. È qui che entrano in gioco il backup e il disaster recovery, due pilastri fondamentali per assicurare la continuità operativa e la sicurezza dei dati.
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