La fuga di credenziali nel dark web è in crescita costante e questo svela una pericolosa realtà: una percentuale significativa delle organizzazioni ancora non protegge adeguatamente i dati dei dipendenti. Le fughe di credenziali nel dark web sono senza dubbio una questione seria poiché un utente malintenzionato e non autorizzato può accedere ai server aziendali per sottrarre informazioni riservate.
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Il nostro nuovo rapporto The State of Ransomware in Manufacturing and Production 2021 rivela che le aziende di questi settori (manifatturiero e produttivo) hanno meno probabilità di sottoporsi a una richiesta di ‘riscatto’ e più probabilità di ripristinare i dati crittografati dai backup, rispetto a tutti i settori intervistati nell’inchiesta. Solo il 19% delle organizzazioni i cui dati sono stati crittografati ha pagato gli aggressori per decrittografare i propri file, rispetto a una media globale del 32%. Il rapporto si basa sui risultati di un sondaggio indipendente condotto all'inizio del 2021 su 5.400 responsabili delle decisioni IT, di cui 438 nel settore manifatturiero e produttivo.
L’autenticazione a più fattori (MFA) per l’amministrazione del tuo sistema è una di quelle cose che con il senno di poi, chi ha subito dei danni per l’azione malevola di un hacker, si rammarica di non aver attivato nonostante questa prassi sia abbastanza banale e semplice da attuare. L’autenticazione a più fattori (MFA) è una misura di sicurezza che richiede più prove di identità per concedere un accesso. In sostanza non è sufficiente una sola password per ottenere un accesso ma potrebbero essere richieste più password, un pass code monouso, il riconoscimento facciale o l’impronta digitale.
Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia. L’attacco informatico che dal primo agosto tiene off-line i siti della Regione Lazio è nato dalla violazione dell’utenza di un dipendente in smart working. La vulnerabilità ha consentito agli hacker di criptare anche il backup dei dati.
Il manuale di Shopos che supporta i responsabili della sicurezza informatica, da non perdere9/7/2021 La nuova ricerca Sophos resa disponibile nell’ “Adversary Playbook 2021” svela che il 69% degli attacchi a cui Sophos ha dovuto rispondere nel 2020 sfruttavano il Remote Desktop Protocol (RDP) per muoversi lateralmente all’interno delle reti colpite. Sophos, nostro partner tecnologico e leader globale nella sicurezza informatica di ultima generazione, presenta “Active Adversary Playbook 2021”, il manuale che riassume quanto rilevato dalla nuova ricerca che analizza in dettaglio i comportamenti dei cybercriminali e le tecniche, gli strumenti e le procedure che gli esperti di Sophos, impegnati in prima linea nella caccia alle minacce, hanno dovuto affrontare nel 2020 e nei primi mesi del 2021.
La rivista Vice, famosa per il suo giornalismo alternativo e i reportage estremi, lo scorso marzo ha pubblicato un articolo su un esperimento che ha fatto scalpore nella comunità della sicurezza informatica: il giornalista Joseph Cox ha pagato un hacker affinché tentasse di accedere ai suoi account senza essere in possesso del suo telefono cellulare o di altri suoi dispositivi fisici. L'hacker ha messo a segno il colpo con grande facilità, spendendo solo 16 dollari, che era il costo di uno strumento legittimo, disponibile sul mercato.
La sicurezza dei nostri dati on-line non esiste? Nella rete siamo sobillati da richieste di lasciare i nostri dati a destra e a manca, esempi ce ne sono dappertutto: vuoi fare un commento su un articolo di un quotidiano on-line, per esempio, e ti chiedono di registrati con Facebook (o con Google). Quando ti registri ti chiedono l'accesso a tutti i tuoi contatti (!). Poi si fanno bucare e tutte le tue informazioni riservate sono a disposizione di personaggi con brutte intenzioni. Ormai molti dei nostri dati personali (nome cognome, telefono, luogo dove viviamo, e altri) sono spesso compromessi.
Cosa fare per proteggersi? |
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