Nel mondo iperconnesso in cui viviamo, ogni dispositivo che si collega a una rete rappresenta una porta d’accesso. Ma cosa succede quando quella porta è stata costruita male, con materiali scadenti, e magari da mani che non rispettano alcuna regola? I dispositivi ICT contraffatti – smartphone, modem, router, ma anche laptop e accessori – sono oggi una delle principali minacce alla sicurezza informatica delle imprese, spesso sottovalutata o ignorata. Le piccole e medie imprese (PMI), in particolare, sono vulnerabili. Per motivi di budget o per mancanza di informazioni, può accadere che vengano acquistati device apparentemente identici a quelli originali, ma che in realtà nascondono insidie: firmware modificati, componenti non certificati, falle di sicurezza già note e mai aggiornate. Basta uno di questi dispositivi inserito nella rete aziendale per generare un danno che può compromettere la produttività, la reputazione o – nei casi peggiori – l’integrità dei dati. Non è solo un problema tecnico, ma strategico Pensare alla sicurezza come un software da installare dopo è un errore. La sicurezza comincia dai dispositivi che utilizziamo. Un telefono aziendale, un modem di backup, una webcam: se non sono certificati, tracciabili, e conformi agli standard internazionali, rappresentano un punto debole. E in un mondo sempre più interconnesso, basta poco per trasformare un punto debole in un attacco su larga scala. Per questo diventa fondamentale agire in modo consapevole fin dal primo acquisto. Verificare la provenienza dei dispositivi, acquistare da canali ufficiali, e utilizzare strumenti che permettano di controllarne l’autenticità non sono semplici buone pratiche: sono le basi per costruire un perimetro digitale sano. Il ruolo delle imprese: scegliere bene, proteggersi meglio Per le PMI, investire in dispositivi sicuri significa evitare costi futuri ben più alti. Un device non certificato può essere più economico all’acquisto, ma può costare molto di più in termini di fermo operativo, assistenza tecnica o, peggio ancora, violazioni della sicurezza. Ecco perché Softcomet, da sempre impegnata nell’innovazione digitale responsabile, promuove una cultura della prevenzione: aiutiamo i nostri clienti a scegliere in modo informato, proponendo soluzioni affidabili e sicure, e accompagnandoli nella costruzione di infrastrutture digitali resilienti. Cultura e consapevolezza come primo firewall La tecnologia è importante, ma da sola non basta. La prima linea di difesa contro le minacce digitali siamo noi: con le nostre scelte, le nostre attenzioni, la nostra capacità di riconoscere un prodotto contraffatto da uno originale. Educare i team interni, sensibilizzare gli acquisti, coinvolgere i partner: tutto questo contribuisce a rafforzare la sicurezza digitale. In un’epoca in cui fiducia e connettività camminano insieme, non possiamo permetterci falle. Ogni dispositivo sicuro è un passo in più verso una rete protetta, performante e pronta alle sfide del futuro. Letture correlate:
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